Villa Susca era una antica masseria fin dalla fine dell’ottocento, di proprietà dei nonni paterni di mia madre: la famiglia Susca per la precisione. Susca Damiano insieme alla sua giovane moglie Antonia si occupava del bestiame e dei terreni che circondavano la masseria. All’epoca Monopoli era molto più piccola della cittadina che possiamo ammirare oggi, e Villa Susca era in piena campagna, molto distante dal paese, in una zona denominata Contrada Santo Stefano. Dalla loro unione nacquero tre figli, di cui il terzogenito era proprio mio nonno Susca Tommaso. Suo padre morì quando lui aveva solo 12 anni e sua madre Antonia si rimboccò le maniche e grazie al suo carattere forte e determinato, continuò a portare avanti il lavoro in masseria e a crescere i suoi tre figli. Negli anni la famiglia visse tanti momenti difficili: la figlia primogenita morì adolescente a causa di una polmonite, con l’arrivo della seconda guerra mondiale entrambi i figli maschi partirono alle armi e la madre Antonia si ritrovò sola. Alla fine della guerra solo mio nonno Tommaso ritornò a casa e si sposò quasi subito con la sua amata Francesca, che aveva già conosciuto prima di partire e che lo aveva aspettato per tutti quegli anni. Mamma Antonia rimasta a vivere a Villa Susca da sola e cominciò a fittare nel periodo estivo le stanze ormai inutilizzate della masseria ai villeggianti dei paesi limitrofi che venivano a Monopoli per due o tre settimane per andare a mare e fare i bagni di sabbia. Infatti, all’epoca era molto comune praticare queste sabbiature con la sabbia calda e l’acqua di mare, per curare patologie articolari e reumatismi. La signora Antonia strinse dei legami di amicizia con alcune famiglie di Alberobello che tornavano tutti gli anni nella sua casa e ancora oggi, che i miei nonni non ci sono più, mia madre si tiene in contatto con i discendenti di queste famiglie. Quando poi mamma Antonia non è stata più in grado di vivere da sola e i miei nonni l’hanno accolta in casa loro, Villa Susca ha ospitato le famiglie dei braccianti e degli operai che lavoravano con mio nonno, che ha continuato a coltivare i terreni avuti in eredità dalla famiglia.
Oggi abbiamo ristrutturato completamente la villa che nel corso di più di un secolo ha subito diversi cambiamenti, perdendo la sua struttura tipica di masseria, ma siamo riusciti a riportare alla bellezza originaria la stanza più antica della casa, l’unica che ha la volta in pietra. Abbiamo voluto fortemente chiamarla Villa Susca per ricordare la famiglia di origine da cui abbiamo ereditato questa bellissima casa.
Mio nonno era anche un marinaio: in marina aveva combattuto durante la seconda guerra mondiale, e nel suo cuore era rimaso sempre legato alla Marina Militare. Era membro del circolo dei marinai di Monopoli ed era sempre presente a tutte le manifestazioni e le iniziative da esso organizzate. Ricordo con grande affetto quando mi portò con sè a Taranto proprio in occasione di una gita organizzata dai marinai, e salimmo su una nave militare. Per lui era motivo di orgoglio far conoscere ai figli e nipoti questa parte della sua vita passata che ancora amava.
Ecco perchè nella scelta di un logo per identificare Villa Susca non abbiamo avuto dubbi : un’ancora…. sia perchè la nostra struttura è proprio sulla costa a ridosso dello splendido mare di Monopoli, sia perchè l’ancora è il simbolo dei marinai, e ci ricorderà sempre mio nonno Tommaso.